Il dossier relativo alla candidatura come Capitale italiana della Cultura per il 2022, potrà essere presentato fino al 31 luglio dell’anno corrente. Questo è quanto è stabilito dal ministero dei Beni culturali con un apposito decreto chiamato Rilancio, che tenta di dare un aiuto concreto all’economia dopo l’epidemia da Coronavirus che ha investito il Bel Paese.
La capitale della Cultura 2021 resta la città di Parma
Ogni anno viene designata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo una città italiana che diviene la capitale della cultura.
Nei dodici mesi che seguono, il Comune scelto potrà mettere in mostra il suo sviluppo culturale nonché il suo modo di vivere a tutto il resto del mondo con cerimonie e manifestazioni. Un’apposita commissione, formata da sette esperti, si occupa di prendere in esame ed eleggere la città, in base alle richieste e i relativi dossier che vengono pervenuti.
Per il prossimo anno, ovvero il 2021, erano già stati inviati diversi documenti dalle più grande città del Bel Paese, per poter essere elette Capitale della Cultura. A causa però dell’emergenza sanitaria ed economica dovuta al Coronavirus, il Collegio Romano, ha ritenuto necessario rieleggere per il 2021 la città di Parma, che dispone di questo titolo già nell’anno in corso.
Questa decisione è stata presa con assoluta fermezza, in quanto, proprio a causa del virus, Parma ha dovuto per forza di cose fermarsi, non potendo così godere appieno di questo privilegio e mostrare all’Italia ma anche al resto del mondo il suo modo di vivere. La richiesta di prolungare la sua nomina è stata fortemente voluta dalla stessa città ma anche dalla regione e da moltissimi altri comuni che già aspiravano ad avere tale nomina.
Procedure per la selezione a Capitale della Cultura 2022
I comuni in Italia potranno ugualmente portarsi avanti ed inviare le loro candidature per il 2022, nonostante la Capitale della Cultura per il 2021 sia già stata eletta. Le altre città che vorranno presentare il proprio dossier e candidarsi di conseguenza avranno tempo fino al 31 luglio 2020.
L’obiettivo principalmente è proprio quello di fornire più tempo alle Città metropolitana, ai Comuni e alle Unione di Comuni, per cercare di presentare delle pratiche dettagliate in merito alla propria candidatura.
In questi ultimi mesi infatti, tutti i vari Paesi d’Italia si sono dovuti scontrare con un nuovo problema, ovvero la pandemia da Covid-19 e mettere di conseguenza in stand-by tutti gli altri interessi.
Naturalmente lo scopo del Ministero è anche quello di garantire parità di trattamento tra tutti i Comuni e le Città interessate a candidarsi per ottenere il riconoscimento di Capitale italiana della Cultura.
Ogni Città metropolitana, Comune ed Unione dei Comuni potrà inoltre annullare la domanda se già inviata, relativa alla propria candidatura per il 2021 e procedere con la trasmissione di un nuovo dossier per il 2022, entro e non oltre il 31 luglio 2020. Grazie a questo lasso di tempo messo a disposizione dal Governo, i documenti che dovranno essere presentati, potranno essere revisionati, modificati ed ampliati. Tutte le procedure di selezione che erano così state attuate per il prossimo anno fanno automaticamente riferimento al 2022.
Sarà poi compito di un’apposita Giuria, formata da esperti di fama internazionale, nominata direttamente dal Ministero, controllare ed esaminare nel dettaglio tutte le candidature pervenute e presentare alla fine i dieci progetti scelti entro il 12 ottobre 2020. Solo entro il 12 novembre del 2020 invece la Giuria provvederà ad indicare al Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, il nome della Città metropolitana, Comune o Unione di Comuni che diventerà la nuova Capitale italiana della cultura del 2022.
Tra le numerose città che intendendo presentare il loro dossier per poter essere elette nel 2022 spiccano in particolar modo l’Acquila, nella regione abruzzese, Bari in Puglia, Tropea in Basilicata ed infine Ancona nelle Marche. Lo scopo per il 2022 è quello di far ripartire l’economia e le iniziative sociali sopratutto nel pieno rispetto dello sviluppo sostenibile e della natura, ormai sempre più a rischio.