efficace anche contro rischi idrogeologici
Entro marzo il Ministero dell’Ambiente deve presentare al CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) la Strategia Nazionale per l’Adattamento ai cambiamenti climatici. La Strategia dovrà tener conto di alcune priorità di intervento tra cui: il contenimento del consumo di suolo, la manutenzione dei corsi d’acqua, il recupero di terreni degradati, il miglioramento della gestione dei boschi, l’identificazione delle misure più appropriate per ridurre la vulnerabilità delle coste, etc. Per attuare questa strategia il CIPE dovrà approvare, entro il 1 marzo di ogni anno (a partire dal 2014), un piano annuale degli interventi per la messa in sicurezza del territorio predisposto dal Ministero dell’ambiente. In dicembre, 6 delle maggiori Associazioni di tutela Ambientale in Italia (FAI, CAI; Italia Nostra, Legambiente, WWF, Touring Club) hanno chiesto al Governo di attuare un’efficace politica di gestione del territorio per prevenire il rischio idrogeologico, in particolare di:
- Attuare un’efficace politica di gestione del territorio per prevenire il rischio idrogeologico.
- Fermare il consumo di suolo, con lo stop all’edificazione e la delocalizzazione nelle aree più vulnerabili .
- Privilegiare gli interventi di rinaturalizzazione e riqualificazione fluviale e dei versanti, in un quadro più ampio di tutela della biodiversità e di riconoscimento del valore dei servizi garantiti dagli ecosistemi.
In Italia circa il 70% dei Comuni è interessato da movimenti franosi per una superficie di 19 mila metri quadrati. Tra il 1950 ed il 2009 le frane hanno provocato 6439 vittime tra morti, feriti e dispersi.
I suoli coltivati, per le loro caratteristiche di permeabilità e porosità, riducono l’erosione idro-meteorica, cioè riducono la possibilità di esondazioni nel caso di piogge intense. L’agricoltura svolge dunque un’importantissima funzione di presidio ambientale e paesaggistico oltre a garantire la produzione di beni pubblici fondamentali quali: la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità e delle risorse naturali e lo sviluppo del turismo di qualità.
A fronte di queste considerazioni i dati sono preoccupanti: nel 2010 si contano 1 milione e 600 mila aziende agricole e zootecniche, il 32% in meno rispetto al 2000 e, nello stesso periodo di tempo, si è verificata una perdita di quasi 300.000 ettari di Superficie Agricola Utilizzata. Siamo dunque di fronte ad un fenomeno di abbandono delle zone rurali e, contemporaneamente, ad un’erosione dei terreni fertili.