AGRI-CULTURA: PIU’ LAVORO E BENESSERE A KM ZERO

Agricoltura: se smettessimo di importare prodotti alimentari dall’estero l’Italia avrebbe una capacità di sopravvivenza di soli 3 mesi. Incentivi all’agricoltura come fonte di cibo, lavoro, cura del paesaggio e territorio con criteri innovativi sviluppando l’agricoltura a Chilometro Zero. Il più vecchio lavoro del mondo dal quale dipende molto la futura vocazione del nostro paese.

L’agricoltura a scala europea è stata gravemente colpita dalla crisi, in Italia le aziende sono calate in 10 anni del 32,2% e il loro reddito del 25,3%. C’è stato un forte consumo di suolo agricolo negli ultimi sessant’anni dovuto alla crescita indiscriminata delle città e delle infrastrutture e, in tante aree della penisola c’è stato un significativo abbandono agricolo: questo mette a rischio anche la nostra sicurezza alimentare. Il modello aziendale che più riesce a contrastare la crisi del settore sono le aziende più innovative, legate a modelli multifunzionali, vicini ai principi della sostenibilità ambientale, capaci di garantire efficienza economica, equità sociale, tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio. Promuovere e sostenere le imprese agricole multifunzionali, ad alta intensità di lavoro, riavvicinare le nuove generazioni a queste attività e rilanciare il settore in una nuova chiave legata alla sostenibilità ambientale, alla salute alla valorizzazione dell’agricoltura di vicinato. Inoltre, da qualche anno il cosiddetto made in Italy agroalimentare, sta mostrando tutte le sue potenzialità come componente robusta e dinamica delle nostre esportazioni.

Agricoltura a Km zero significa anche che gli acquisti sono sostenibili soprattutto dal punto di vista ambientale. Evitano infatti il consumo del carburante indispensabile al trasporto dei prodotti che sono importati; in pratica contribuiscono a ridurre la produzione di CO2 tipica dei veicoli che movimentano la merce. All’estero, in particolare in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, i “Farmers Market” sono diffusi già da molti anni. In Italia ci è voluto più tempo ma questa nuova forma di acquisto si sta diffondendo. I Mercati del Contadino rendono possibile l’accorciamento della filiera produttore-consumatore, eliminando gli intermediari e consentendo, in questo modo, un risparmio economico pari al 30%. Ma il vantaggio non è solo questo. Comprare direttamente dal produttore consente di acquistare prodotti freschi, ma soprattutto nazionali se non addirittura locali. Ed è questo l’aspetto più interessante. Prediligendo i prodotti nazionali di stagione la nostra spesa si trasforma immediatamente in una spesa a “Km zero” .

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